Storia Degli Autotrasportatori

La prima normativa, che attesta l'esistenza dell'autotrasportatore è la legge 1349 del '35 che letteralmente definisce l'autotrasportatore " attività imprenditoriale per la prestazione di servizi di trasporti verso un determinato corrispettivo".

Le autorizzazioni erano unite a colui che possedeva il mezzo, alla fine del dopoguerra le autorizzazioni passarono alla Motorizzazione Civile, all'epoca conosciuta come: "Ministero dei Trasporti e della Navigazione" attraverso le diverse sedi provinciali del territorio.

L'autorizzazione fino alla fine del 1970, è rimasto l'unico documento fino a quando con l'introduzione della legge 298, è stato istituito l'Albo Professionale.

Solamente da pochi anni, è stata istituita l'autorizzazione globale dell'impresa dove possono essere convertiti tutti i titoli autorizzativi posseduti.

In concomitanza con questa legge (298), vennero descritti i requisiti obbligatori per avere diritto ad accedere a questa professione e tra i punti più importanti c'erano:

Avere una cittadinanza italiana ed essere titolari di imprese individuali, avere disponibilità di mezzi tecnici ed essere economicamente in grado di sostenere l'attività, essere iscritto alla Camera di Commercio, avere stipulato un'assicurazione riguardo ad eventuali danni a sè stessi e alle merci trasportate, non avere condanne penali e non avere in corso procedure di fallimento e nè essere stato soggetto a procedura di fallimento.

Inoltre erano autorizzati al trasporto di merci, anche i membri della Comunità Economica Europea, purchè in Italia avessero comunque la sede di lavoro.

La medesima legge, impose inoltre le tariffe obbligatorie ovvero un sistema dove veniva controllato il prezzo e le tariffe che erano relative al trasporto.

Tra i decreti legislativi più odierni, ricordiamo il numero 286 del 2005 che regola i rapporti che intercorrono tra l'autotrasportatore e il committente, sia riguardo alle responsabilità che alle tariffe.